Il Cannabidiolo, più comunemente conosciuto come CBD, è un fitocannabinoide presente nella resina viscosa della Cannabis Sativa e costituisce fino al 40% degli estratti della pianta. Al contrario del fratello maggiore e più famoso THC o tetraidrocannabinolo, il cbd è perfettamente legale e non ha effetti psicotropi, di tossicità o di dipendenza sul sistema nervoso centrale.
Un brevetto del 1942
La storia del CBD inizia nel 1940, quando è stato isolato per la prima volta dal chimico Roger Adams, È noto principalmente per aver sviluppato il catalizzatore di Adams, usato per reazioni di idrogenazione, idrogenolisi, deidrogenazione e ossidazione. Nel 1942 ottenne un brevetto per il suo metodo di isolamento del CBD, grazie alla sintetizzazione dei cannabinoidi in laboratorio e non direttamente sulla pianta.
Il CBD nel mondo farmaceutico
Il CBD è definito dall’Organizzazione mondiale della Sanità “sostanza non stupefacente” adatta all’uso medico con ottimo profilo di sicurezza. È stato valutato positivamente per trattamento del dolore e infiammazione cronica, controllare gli attacchi di ansia e ridurre l’insonnia.
È stata confermata l’efficacia del CBD come antiepilettico in alcune epilessie farmaco-resistenti. Per il momento esiste un solo medicinale approvato dagli enti regolatori in Europa e negli USA a base di CBD, per trattare le sindromi di Dravet e Lennox-Castaut che sono encefalopatie gravi dell’infanzia. Negli Stati Uniti da poco la FDA, il massimo ente regolatore dei farmaci negli States, ha approvato il CBD per chi soffre di sclerosi tuberosa.
Al vaglio i possibili impieghi
Il CBD si può assumere in vari modi, tutti perfettamente legali ovvero: per inalazione con vapori, integratori, infusi, preparati per sigaretta elettronica, cristalli e olio CBD per uso orale. Oltre alla farmaceutica, alla medicina alternativa e alla cosmesi, l’industria del CBD sta studiando possibili impieghi nel tessile, nell’edilizia e nella produzione di biocarburante.